Dichiarazioni dei Vescovi Italiani per il II Anniversario della Laudato Si

S.E. Mons. Francesco Alfano Arcivescovo di Sorrento – Castellammare di Stabia, Membro della Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace
In questo tempo di grandi sfide ambientali che l’umanità deve affrontare con urgenza e lungimiranza la LAUDATO SI’ lancia un appello accorato e impegnativo a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, che hanno a cuore il futuro del nostro pianeta e che vogliono contribuire a costruire un’unica famiglia umana, fondata sui diritti fondamentali da riconoscere a ogni persona e sul dovere della partecipazione e della corresponsabilità. Per chi crede in Cristo non c’è altro modo di essere suo discepolo che annunciare il Vangelo con la vita, da rispettare e promuovere in tutte le sue manifestazioni!

Arcivescovo Emerito di Trento Mons. Luigi Bressan
Il messaggio dell’Enciclica Laudato Si’ ha una visione integrale comprensiva dell’essere umano in connessione con l’economia, le relazioni, la natura e la comunità. E’ un messaggio molto chiaro e profondo: siamo tutti interconnessi e non isolati gli uni dagli altri.

S.E. Arcivescovo Mons. Domenico Sorrentino, Vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino
Come vescovo della Città di San Francesco, vorrei dare un piccolo contributo – quasi un appello rivolto agli animi più sensibili e, se possibile, a tutti gli uomini di buona volontà – su una dimensione che spesso è dimenticata e che invece il Papa rilancia come una dimensione fondamentale: quella della spiritualità. Fino a che l’uomo non assumerà un corretto rapporto con Dio, presumendosi creatore, e smarrendo il senso della sua creaturalità, l’ambiente sarà sempre a rischio di ogni arbitrio e tirannia. Proprio da questo punto di vista il ritorno al Cantico di frate Sole è una risorsa di prim’ordine

S.E Marco Arnolfo, Arcivescovo di Vercelli, Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace
Perché ci sveglia dal torpore della nostra inciviltà, facendoci ascoltare il grido di dolore della terra che abbiamo degradato e dei poveri che abbiamo scartato; ma soprattutto perché ci indica uno stile di vita più sobrio e fraterno, capace di ridare gioia vera e speranza di vita per il futuro dell’umanità.